
La pensione anticipata Inps
Dal primo gennaio 2012, salvo poche eccezioni (che riguardano i lavori usuranti), tutto l’armamentario annesso e connesso alle pensioni di anzianità è stato rottamato. Anche nel lessico è stata abolita la formula pensione di anzianità. Al suo posto (ma solo per modo di dire) è stata introdotta, nuova di zecca, la cosiddetta pensione anticipata, che con la vecchia rendita ha molto poco in comune. Ed è con questa che dovremo fare i conti, avvertendo fin da subito che la soluzione approntata vale per tutti: per coloro che avevano già contributi versati al 31 dicembre 1995 e per coloro che, invece, hanno cominciato a lavorare dal 1° gennaio 1996. In quanto tale, la pensione anticipata si configura come un canale alternativo sia alla pensione di vecchiaia standard sia a quella contribuiva.
Quando e come si può conquistare
Si può ottenere la pensione che la legge ha chiamato anticipata (perché permette di lasciare prima dei nuovi limiti di età stabiliti per quella di vecchiaia) se si saranno raggiunti «almeno» 42 anni e 1 mese di lavoro se si è uomini o 41 anni e 1 mese se si è donne. Questo requisito, esclusivamente contributivo, era richiesto per il 2012. Nel 2013, infatti, sulla scorta della riforma si è saliti di 1 mese e così si è arrivati a 42 anni e 2 mesi per gli uomini e a 41 anni e 2 mesi per le donne. E lo stesso salto è avvenuto nel 2014: 42 anni e 3 mesi e 41 anni e 3 mesi.
Attenzione, però. Due precisazioni si rivelano necessarie per non avere sorprese. La prima: per coloro che hanno cominciato a lavorare dal 1° gennaio 1996, la contribuzione volontaria non si rivela utile per raggiungere i 41-42 anni e passa, mentre i contributi eventualmente versati durante la minore età valgono di più e, per questo, vanno moltiplicati per 1,5.
La seconda: anche per il requisito contributivo è fissato l’adeguamento automatico all’aumento della speranza di vita, come calcolato dall’Istat. Abbiamo raccontato di che cosa si tratta. Qui ricordiamo solo che è un meccanismo in base al quale determinate condizioni – quella dell’età pensionabile o quella relativa agli anni di attività e di contributi - crescono nel tempo in relazione al fatto che l’aspettativa di vita aumenta: come sale quest’ultima (e ce lo dice l’Istituto di statistica ogni tre anni fino al 2019 e poi ogni due), così salgono età e anzianità contributiva previste.
Ora, dal momento che il primo adeguamento alla speranza di vita è scattato nel 2013 e sappiamo che è di 3 mesi, la conseguenza pratica è che alle soglie fissate per legge bisogna aggiungere questi altri 3 mesi e, dunque, nel 2013 per poter lasciare davvero il lavoro si deve aver raggiunto i 42 anni e 5 mesi se si è uomini e i 41 anni e 5 mesi se si è donne. Nel 2014, invece, la somma fa 42 anni e 6 mesi per gli uomini e 41 anni e 6 mesi le donne. E questo vale anche per il 2015, mentre nel 2016 scatterà il secondo adeguamento all’aspettativa di vita e sarà di altri quattro mesi, con l’effetto che da quell’anno il confine da raggiungere diventerà 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Di seguito una semplice tabella che restituisce la griglia dei requisiti richiesti con una sola occhiata.
Pensione anticipata
Uomini
Lavoratori dipendenti pubblici e privati e lavoratori autonomi
Anno
Contributi
2012
42 anni e 1 mese
2013
42 anni e 5 mesi
2014
42 anni e 6 mesi
2015
42 anni e 6 mesi
2016
42 anni e 10 mesi
Pensione anticipata
Donne
Lavoratrici dipendenti pubbliche e private e lavoratrici autonome
Anno
Contributi
2012
41 anni e 1 mese
2013
41 anni e 5 mesi
2014
41 anni e 6 mesi
2015
41 anni e 6 mesi
2016
41 anni e 10 mesi
Fin qui va bene, pensiamo. Ma possiamo fare di più. Sulla scorta delle previsioni dell’Istat sull’aumento dell’aspettativa di vita, è possibile ipotizzare fin da ora come potrebbe salire il requisito contributivo dal 2016, quando è previsto il nuovo scatto, e via via, di adeguamento in adeguamento, fino al 2065. Lo facciamo nelle tabelle che seguono.
Pensione anticipata
Uomini
Lavoratori dipendenti pubblici e privati e lavoratori autonomi
Anno
Contributi *
2016
42 anni e 10 mesi
2017
42 anni e 10 mesi
2018
42 anni e 10 mesi
2019
43 anni e 3 mesi
2020
43 anni e 3 mesi
2021
43 anni e 6 mesi
2022
43 anni e 6 mesi
2023
43 anni e 8 mesi
2024
43 anni e 8 mesi
2025
44 anni
2026
44 anni
2027
44 anni e 3 mesi
2028
44 anni e 3 mesi
2029
44 anni e 5 mesi
2030
44 anni e 5 mesi
2031
44 anni e 8 mesi
2032
44 anni e 8 mesi
2033
44 anni e 11 mesi
2034
44 anni e 11 mesi
2035
45 anni e un mese
2036
45 anni e un mese
2037
45 anni e 3 mesi
2038
45 anni e 3 mesi
2039
45 anni e 5 mesi
2040
45 anni e 5 mesi
2041
45 anni e 7 mesi
2042
45 anni e 7 mesi
2043
45 anni e 9 mesi
2044
45 anni e 9 mesi
2045
45 anni e 11 mesi
2046
45 anni e 11 mesi
2047
46 anni e un mese
2048
46 anni e un mese
2049
46 anni e 3 mesi
2050
46 anni e 3 mesi
2051
46 anni e 5 mesi
2052
46 anni e 5 mesi
2053
46 anni e 7 mesi
2054
46 anni e 7 mesi
2055
46 anni e 9 mesi
2056
46 anni e 9 mesi
2057
46 anni e 11 mesi
2058
46 anni e 11 mesi
2059
47 anni e un mese
2060
47 anni e un mese
2061
47 anni e 3 mesi
2062
47 anni e 3 mesi
2063
47 anni e 5 mesi
2064
47 anni e 5 mesi
2065
47 anni e 6 mesi
Dal 2016 i contributi richiesti sono stimati in base alle previsioni realizzate dall’Istat nel 2011
Pensione anticipata
Donne
Lavoratrici dipendenti pubbliche e private e lavoratrici autonome
Anno
Contributi *
2016
41 anni e 10 mesi
2017
41 anni e 10 mesi
2018
41 anni e 10 mesi
2019
42 anni e 3 mesi
2020
42 anni e 3 mesi
2021
42 anni e 6 mesi
2022
42 anni e 6 mesi
2023
42 anni e 8 mesi
2024
42 anni e 8 mesi
2025
43 anni
2026
43 anni
2027
43 anni e 3 mesi
2028
43 anni e 3 mesi
2029
43 anni e 5 mesi
2030
43 anni e 5 mesi
2031
43 anni e 8 mesi
2032
43 anni e 8 mesi
2033
43 anni e 11 mesi
2034
43 anni e 11 mesi
2035
44 anni e un mese
2036
44 anni e un mese
2037
44 anni e 3 mesi
2038
44 anni e 3 mesi
2039
44 anni e 5 mesi
2040
44 anni e 5 mesi
2041
44 anni e 7 mesi
2042
44 anni e 7 mesi
2043
44 anni e 9 mesi
2044
44 anni e 9 mesi
2045
44 anni e 11 mesi
2046
44 anni e 11 mesi
2047
45 anni e un mese
2048
45 anni e un mese
2049
45 anni e 3 mesi
2050
45 anni e 3 mesi
2051
45 anni e 5 mesi
2052
45 anni e 5 mesi
2053
45 anni e 7 mesi
2054
45 anni e 7 mesi
2055
45 anni e 9 mesi
2056
45 anni e 9 mesi
2057
45 anni e 11 mesi
2058
45 anni e 11 mesi
2059
46 anni e un mese
2060
46 anni e un mese
2061
46 anni e 3 mesi
2062
46 anni e 3 mesi
2063
46 anni e 5 mesi
2064
46 anni e 5 mesi
2065
46 anni e 6 mesi
Dal 2016 i contributi richiesti sono stimati in base alle previsioni realizzate dall’Istat nel 2011
Anticipo con penalità
Tutto chiaro: speriamo di sì. Di nuovo attenzione, però. C’è una piccola, ma rilevante per gli effetti che produce, complicazione.
Abbiamo detto che non è richiesta una particolare età anagrafica minima per ottenere la pensione anticipata. Basta il requisito dei contributi (e che requisito). Solo che per disincentivare coloro che fossero intenzionati a ottenerla a una età anagrafica considerata relativamente «bassa» rispetto a quella prevista per la vecchiaia, la riforma stabilisce una penalità sull’importo della pensione - applicabile, però, solo sulle porzioni calcolate con il metodo retributivo - per chi voglia, comunque sia, conseguirla sotto i 62 anni di età. E’ fissata, in particolare, una riduzione dell1% dell’assegno che si percepirà per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 anni, fino ai primi due anni: il che significa che l’importo della prestazione sarà decurtato dell1% se si hanno 61 anni e del 2 se si va via a 60 anni. Il taglio sarà, invece, del 2% per ogni anno di anticipo oltre i primi due: cosa che vuol dire che l’ assegno sarà sforbiciato del 4% a 59 anni e del 6 a 58 anni. E così a seguire per età più basse.
Vediamo meglio che cosa può succedere aiutandoci con la classica tabella.
Pensione anticipata con penalità
Lavoratrici e lavoratori dipendenti pubblici, privati e autonomi
Età
Importo pensione
Da 62 anni in su
Pensione piena
61 anni
Taglio dell’1%
60 anni
Taglio del 2%
59 anni
Taglio del 4%
58 anni
Taglio del 6%
57 anni
Taglio dell’8%
56 anni
Taglio del 10%
Due buone notizie, infine, per addolcire, almeno in parte, la sforbiciata. La prima è che le penalizzazioni descritte non si applicano a quanti maturano i maturano i requisiti per la pensione anticipata entro i prossimi due anni e, più precisamente, entro il 31 dicembre 2017. E questo senza che vi sia bisogno che i contributi accumulati siano effettivi, come era richiesto fino al 31 dicembre 2014.
La seconda buona novella – che abbiamo in parte anticipato - è che le penalizzazioni riguardano esclusivamente la quota di pensione conteggiata con il sistema retributivo. Per le «fette» calcolate con il meccanismo contributivo non interviene nessuna penalità. Il che vuol dire che i più giovani, che hanno cominciato a lavorare dal 1° gennaio 1996, non dovranno scontare nessun taglio se decideranno di andare in pensione prima dei 62 anni, perché la loro pensione è tutta «contributiva». Diversa la prospettiva per i più anziani o i meno giovani: la riduzione dell’importo, sempre che si decida di andare via a un’età inferiore alla soglia definita, sarà più pesante quanto più elevata risulterà la porzione di pensione calcolata con il vecchio metodo retributivo.
In particolare, per coloro che avevano almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, la sforbiciata riguarderà l’intera quota maturata fino al 31 dicembre 2011. Per coloro che invece avevano meno di 18 anni di contribuzione a quella fatidica data, le forbici agiranno solo sulle quote maturate fino al 31 dicembre 1995, perché da quel momento in avanti si è applicato il congegno di calcolo contributivo. Resta inteso che nel caso in cui l’età al pensionamento non sia intera, la penalità sarà proporzionale al numero di mesi mancanti al tetto minimo.
Non facciamo mancare anche qui una tabella per fissarci le idee.
Pensione anticipata con penalità
Lavoratrici e lavoratori dipendenti pubblici, privati e autonomi
Tipologia lavoratori
Tagli sotto i 62 anni
Lavoratori con almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995
Riduzioni applicate sulle quote maturate fino al 31 dicembre 2011
Lavoratori con meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995
Riduzioni applicate sulle quote maturate fino al 31 dicembre 1995
Lavoratori che hanno cominciato a lavorare dal 1° gennaio 1996
Nessuna riduzione
Quanto si prenderà di pensione
Il calcolo di quanto si potrà incassare con la pensione anticipata è esattamente uguale a quello che abbiamo visto per quella di vecchiaia e che racconteremo nei dettagli nella scheda dedicata esattamente ai metodi di conteggio. Fin da ora, però, conviene mettere a fuoco un paio di indicazioni su dove si va a parare, alla luce dell’estensione del sistema contributivo a tutti dal 1° gennaio 2012. Lo facciamo servendoci di una tabella riepilogativa.
Pensione anticipata
Metodo di calcolo dell’ammontare
Contributi versati
Metodo di calcolo
Cambiamenti con riforma
Almeno 18 anni al 31 dicembre 1995
Misto
Retributivo per quote fino al 31 dicembre 2011
Contributivo per quote dal 1° gennaio 2012
Prima della riforma si applicava solo il metodo retributivo
Meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995
Misto
Retributivo per quote fino al 31 dicembre 1995
Contributivo per quote dal 1° gennaio 1996
Nessun cambiamento
Zero contributi al 31 dicembre 1995
Contributivo puro
Nessun cambiamento
Se si sceglie il contributivo
Attenzione. Vale anche per la pensione anticipata quello che abbiamo raccontato, a proposito della pensione di vecchiaia, sulla possibilità di scegliere il calcolo interamente contributivo della prestazione per coloro che al 31 dicembre 1995 avevano meno di 18 anni di contributi. Lo si può fare, sempre che al momento della scelta si siano anche conquistati almeno 15 anni di contributi, 5 dei quali versati nell’ambito della nuova formula e, dunque, dal 1° gennaio 1996 in avanti. Se convenga o no optare, poi, è un altro conto. Dipende dal risultato che si ha in termini di ammontare della pensione. Ma non è secondario pensare che in questo modo, se si va via sotto i 62 anni, si potrà evitare l’applicazione delle penalizzazioni, che, come abbiamo visto, non toccano le quote contributive.
A chi e come far domanda
Nessuna differenza di procedura o di percorso rispetto alla pensione di vecchiaia anche per quel che concerne la via da seguire per presentare la domanda per questo tipo di prestazione: sarà sufficiente rivolgersi al proprio istituto o allo sportello di un patronato.
E, in particolare per l’Inps, ci si potrà collegare al sito dell’Istituto e inviare la domanda on line (e nella scheda specifica vi spiegheremo meglio come).
Quando si potrà incassare la pensione
Potrete cominciare a ricevere le rate della pensione anticipata dal primo giorno del mese successivo a quello nel quale avete presentato la domanda. Sempre che abbiate maturato i requisiti previsti e che abbiate lasciato l’attività lavorativa, se siete lavoratori dipendenti. Anche per questa prestazione le finestre sono solo un ricordo.
La pensione anticipata a colpo d’occhio
Un’occhiata alla tabella e anche la pensione anticipata non avrà più segreti.
La pensione anticipata
Lavoratori interessati
Tutti i lavoratori
Età pensionabile minima richiesta
Non è prevista un’età minima
Contributi minimi richiesti
Variano per uomini e donne e crescono negli anni secondo le tabelle indicate in precedenza
Penalizzazioni
Riduzioni percentuali dell’importo per età anagrafiche inferiori ai 62 anni
Metodo di calcolo
- Per i lavoratori con almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995: retributivo per le quote maturate fino al 31 dicembre 2011; contributivo per le quote dal 1° gennaio 2012
- Per i lavoratori con meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995: retributivo per le quote maturate fino a quella data; contributivo per quelle maturate dal 1° gennaio 1996 in avanti
- Per i lavoratori che hanno cominciato a lavorare dal 1° gennaio 1996: interamente contributivo
Decorrenza
Dal mese successivo alla maturazione dei requisiti